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lunedì 18 marzo 2013

Le piramidi sommerse di Yonaguni



Nel 1995, poco distante dall'isola giapponese di Yonaguni, situata nell'estremo sud dell'intero arcipelago nipponico, tra i 60 e i 70 metri sotto il livello del mare, un sub locale venne in contatto con dei massi enormi di pietra, posizionati in modo tale da sembrare che formasse una enorme scalinata. Si accorse ben presto che aveva trovato qualcosa di gigantesco, ma prodotto da qualcuno. La notizia si sparse subito, attirando ancora più turisti sull'isola. Ma inutile dire che i progetti di cover-up sparsi tra i vari governi, soprattutto quelli delle "nazioni avanzate", hanno fatto di tutto pur di ritardare la notizia. Difatti, ancora oggi la notizia dell'incredibile scoperta archeologica non ha ancora ricevuto il giusto eco. Gli studiosi ancora non hanno saputo dare una risposta adeguata a questo rompicapo: è evidente che la civiltà che ha creato tali immense opere risalgono ad un periodo storico in cui quelle terre non erano sommerse. Dunque, fino a 12.000 anni fa, nessuno aveva potuto creare qualcosa in quella zona, bensì prima. La storia e l'archeologia moderne non conoscono nessuna civiltà che abbia potuto creare costruzioni così elaborate in quell'epoca antidiluviana.


Un team di geologi giapponesi ha ricostruito al computer la mappa del sito sottomarino. Creato su una base leggermente analoga a quella di Giza, che ha potuto resistere ad un simile peso, doveva forse essere una maestosa città scolpita nella roccia. Intorno all'enorme sito, sono stati localizzati 8 punti sospetti di essere piramidi gradonali (modello Saqqara, anche se queste in Giappone sono molto più perfette), che presentano angoli litici molto precisi: in molti casi è evidente l'utilizzo di una tecnologia laser. Insomma, sotto quelle acque in un tempo davvero molto lontano da noi e dalla nostra memoria si ergeva possente un vero e proprio centro importante, evidentemente di una civiltà già progredita, oggi ormai estinta da tempo. Probabilmente a causa del Diluvio Universale. Già, ormai è chiaro che il terribile evento passato alla leggenda, prima che alla storia, è datato 10.450 a.C. e che prima di esso, qualche civiltà evoluta (molto probabilmente non terrestre) in simbiosi con una civiltà meno evoluta (ovvero i nostri avi) abbia colonizzato la Terra intera, che certamente all'epoca era in una situazione climatica totalmente differente. Ma il Diluvio, causato da un improvviso innalzamento delle acque e dalla conseguente sparizione totale della doppia pressurizzazione atmosferica, ha minacciato la sparizione assoluta di questa civiltà. Queste piramidi così meravigliose, dunque, sono le vestigia e la protezione di qualcosa molto più importante di semplici tombe: l'eredità culturale/spirituale che i Signori delle Stelle hanno ereditato ai Cro-Magnon (noi), per evitare che vengano perse con il cataclisma. Quanto dobbiamo attendere ancora, prima di esplorare l'interno di queste costruzioni?

Fonte: clicca qui

Sappiamo che le prime grandi culture della nostra civiltà furono quelle Egiziane e Mesopotamiche; ma se la scoperta fatta recentemente Yonaguni in Giappone, si rivelasse esattamente quello che sembra, allora dovremmo riscrivere la storia dell’intera umanità.
Una misteriosa struttura scoperta sui fondali di Yonaguni (piccola isola dell’arcipeago delle Ryukyu a Sud del Giappone), potrebbe rivelarsi la più antica costruzione fatta dall’uomo. In questo modo ci sarebbero addirittura le prove dell’esistenza del leggendario Mu, continente che secondo una leggenda si inabissò nell’Oceano Pacifico migliaia di anni fa. Fin dal 1868, quando il colonnello Jason Churchward affermò di essere in possesso di alcune tavolette di argilla, che recavano incisa in una scrittura misteriosa la storia del grande continente di Mu, si iniziò a cercare qualcosa che fosse una traccia di questa antica civiltà in tutto il Pacifico, senza però mai avere successo. Nel 1985 però, il giapponese Kikachiro Aratake, un Sub di Yonaguni, durante un’immersione a circa 150 metri al largo dell’isola, fece una sensazionale scoperta: un’enorme struttura di pietra dall’aspetto simile a una piramide, che si ergeva a una profondità di 25 metri.
Aratake, subito dopo la scoperta, descrisse il momento in cui vide per la prima volta la struttura con queste parole:

“Nuotavo spinto dalla corrente quando improvvisamente mi si parò davanti una ripida parete di pietra, Dovetti aggrapparmi con le mani alla roccia per costeggiare la struttura e non essere spinto lontano. Dopo la lunga passeggiata subacquea mi ritrovai di fronte a uno spettacolo da mozzare il fiato: la facciata era percorsa da scalinate, ognuna delle quali conduceva a terrazzamenti su vari livelli, in un insieme irregolare, ma continuo fino alla cima. La costruzione era così perfetta che mi aspettavo da un momento all’altro di vedere qualcuno uscirne. Ma gli unici abitanti erano i pesci che nuotavano intorno a me, e il silenzio del luogo era rotto solo dal battito del mio cuore”.

Qui di seguito potete trovare una fotografia subacquea scattata durante una delle prime esplorazione del sito, foto scattata dallo stesso Kikachiro Aratake. per vederne altre vedi la fotogallery infondo all'articolo.

    Immagine1

La notizia del ritrovamento fu divulgata alla comunità scientifica nel 1986 e nel 1990 la zona fu dichiarata sito archeologico, ma in molti pensarono, e pensano ancora che la struttura sia solo una bizzarra realizzazione di madre natura. 
Ma questa piramide è davvero opera dell’uomo o è uno scherzo della natura? La struttura è un unico enorme blocco di roccia lungo 200 metri, largo 150 e alto circa 20, la grandezza della base è paragonabile a quella della piramide di Cheope. Non si sa ancora a quando risalga la struttura, le avverse condizioni del mare in quel tratto di costa rendono molto difficili le analisi. Sono solo state formulate delle ipotesi a riguardo, la più avvalorata è quella che riconduce ad un innalzamento del livello del mare in seguito all’ultima glaciazione (tra i 9000 e i 10.000 anni fa), che ha probabilmente sommerso il tratto di mare davanti a Yonaguni, e che quindi la struttura risalga proprio a quel periodo, l’ultimo in cui la piramide potrebbe essere stata sopra il livello del mare. C’è da sottolineare che quella dell’ultima glaciazione è una data ricorrente quando si parla di antiche civiltà e misteriosi ritrovamenti archeologici. 
Ma chi ha eretto questa piramide? Ma-saaki Kimura, docente di Oceanografia all’Università delle Ryukyu, ipotizza che sia stata una popolazione originaria dell’Asia sud-orientale. Sulla civiltà che presumibilmente realizzò l’opera non si sa molto; Per realizzare una struttura del genere, dovevano certamente avere una grande conoscenza di ingegneria e architettura, inoltre nel sito sono state ritrovate numerose incisioni e questo fa pensare che siano stati a conoscenza di una scrittura basata su pittogrammi. Le incisioni sulla pietra sono molto simili a quelle su una tavoletta di pietra ritrovata alcuni anni fa ad Okinawa, molto vicino a Yonaguni, e la cosa contribuisce non poco ad infittire il mistero; infatti la suddetta tavoletta riporta un linguaggio ancora indecifrabile ma un disegno inciso sopra ricorda molto (secondo Kimura) un tempio sommerso. Ma-saaki Rimura in una intervista rilasciata a “Newton”, descrive la struttura in ogni particolare, qui di seguito uno stralcio dell’intervista: 


“La prima cosa che si nota nella sezione inferiore è un corridoio che si sviluppa lungo l’intero perimetro e che descrive, nell’estremità occidentale, una curva perfetta intorno alla parete. Dalla facciata Sud, quella principale, partono le scalinate che portano alla zona dei terrazzamenti ad Ovest e a quella che abbiamo definito “sacra” ad Est. Senza dubbio i gradini di alcune scalinate sono alti, alcuni arrivano persino a un metro, tanto da risultare poco agibili per l’uomo. Obiezione alla quale io ribatto che su cinque scalinate, ben tre sono a misura di passo umano e perfettamente percorribili. La piramide è un monolito, cioè un unico blocco di pietra, ma durante le analisi abbiamo trovato numerose pietre aggiuntive di diverse forme e dimensioni. Quelle squadrate, concentrate solo nelle vicinanze della piramide, sembrano frammenti derivanti dai processi di lavorazione della struttura (per esempio l’intaglio delle terrazze e delle scale). Le pietre rotonde, invece, potrebbero far parte di un rudimentale sistema per drenare l’acqua piovana. Si trovano, infatti, concentrate solo vicino a solchi scolpiti sulle superfici di roccia, che probabilmente fungevano da grondaie.”

Qui sotto una mappa dell'intero sito archeologico di Yonaguni, fatta realizzando i dati forniti dal prof. Kimura.
Vicino alla piramide è stato trovato un’altro incredibile reperto; una pietra megalitica simile alle sculture dell’Isola di Pasqua, questo megalite si trova incredibilmente vicino al tropico del cancro, e Kimura ne sottolinea l’ importanza:

”Si tratta di una grande roccia ovoidale con una serie di intagli nella parte superiore che sembrano tracciare un volto. Nelle fessure orizzontali che corrispondono agli occhi sono incastrate due pietre che potrebbero rappresentare le pupille. Questa precisa collocazione geografica, secondo me, potrebbe indicare che gli antichi costruttori avevano precise cognizioni astronomiche”.

Ancora è presto per dare certezze, ma siamo fiduciosi perché sappiamo che il professor Kimura continuerà a studiare il sito archeologico di Yonagumi in cerca di risposte. Questa costruzione potrebbe rivelarsi solo una bizzarracreazione della natura o il più grande ritrovamento archeologico di tutti i tempi; Se il tutto si rivelasse autentico allora dovremmo avere ancora più interrogativi riguardanti il passato del nostro pianeta, le piramidi d’Egitto, quelle dell’ America centrale e tutte le altre sparse per il mondo potrebbero avere una antica antenata, e chissà se il tutto abbia un collegamento…

Fonti:varie dal web

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